Innamorati del problema
TANDEMIC
Kuala Lumpur | Malaysia
Ancora prima di arrivare a Kuala Lumpur ci siamo resi conto che Kal Joffres era la persona da incontrare. Tutti ci hanno indirizzando verso di lui; è venuto fuori che c’era lui dietro diverse organizzazioni interessanti, la più importante delle quali è Tandemic.
In Tandemic ci concentriamo su tre cose - racconta Kal. La prima è la creazione di imprese: costruiamo prodotti, servizi e iniziative sociali, per altri e per noi stessi. Il secondo è sviluppo e formazione, facciamo corsi di formazione per esempio su design thinking. E infine consulenza. Molto spesso creiamo qualcosa e poi cerchiamo di farlo gestire a qualcun altro. A parte due progetti - Do Something Good e Give.my, con cui stiamo ancora collaborando - c'è molta sinergia.
Do Something Good, una piattaforma in cui tutti possono registrarsi e trovare un progetto in cui fare volontariato, è anche uno dei maggiori successi di Tandemic.
Da un punto di vista tradizionale due delle nostre iniziative - Do Something Good e Make Weekend - sono i nostri più grandi successi. Make Weekend è diventato il più grande programma basato sul design thinking nel Sud-Est asiatico, con 5.000 persone per workshop. Do Something Good è una piattaforma considerevole, con qualche centinaia di migliaia di volontari registrati.
Da un punto di vista meno tradizionale del successo, stiamo dimostrando che qualcosa è possibile. Un sacco di gente pensa che il tipo di lavoro che facciamo non può essere fatto in Malesia. Costruire impresa sociale e generare reddito … che roba è questa! Per me è parte della formazione di un nuovo tipo di cultura. Non è che devi essere povero e gestire una ONG che arranca costantemente per avere un impatto e ottenere fondi. Il settore sociale non deve per forza essere cosi. Creare questa cultura e una comunità di persone intorno all'organizzazione che la pensano cosi per me é la cosa più importante.
E ci sono davvero un sacco di persone intorno all'organizzazione. Tuttavia, ne servono sempre altre.
Trovare imprenditori sociali è ancora la sfida più grande. Le persone si misurano con standard piuttosto elevati. Soprattutto in questa parte del mondo ci si aspetta che una persona si sposi e abbia un lavoro in un'azienda rispettata e inizi ad inerpicarsi per la scala sociale. Chiunque si distacchi da questo non solo deve affrontare una lotta interna, ma viene anche messo in discussione dall'esterno, dalla famiglia, dagli amici. Hai presente, quel tipo ha una bella macchina e io lavoro 17 ore al giorno in un'impresa sociale, ho preso la decisione giusta? Lavorando in questo tipo di organizzazione otterrò rispetto? Ora le startup stanno iniziando a diventare sexy, quindi è un po' più facile seguire quel percorso o fare il salto da una multinazionale, ma non è ancora successo per le imprese sociali, non sono nemmeno sicuro che accadrà. Quindi una componente della nostra strategia per raggiungere talenti è in realtà quella di costruire i cosiddetti laboratori di connessione, creati per coloro che lavorano in una multinazionale da 6-7 anni e essi stessi pensano che forse non è quello che fa per loro. Molte persone non passano al settore sociale perché non sanno cosa c'è dall'altra parte. Se hai comprato un'auto e un appartamento, è una scelta molto rischiosa in quanto hai bisogno di una certa somma di denaro a fine mese. Noi crediamo che se riusciamo a mostrar loro come potrebbero essere i prossimi 9 mesi, diventa più facile correre dei rischi.
E cosa ha spinto Kal a correre il rischio, o ancora più importante, a continuare nonostante tutte quelle sfide?
Un sacco di gente mi chiede cosa mi fa andare avanti. E penso che non ci sia nulla che mantenga le persone costantemente motivate. Ci sono anche i periodi bui. La motivazione va e viene e se costruisci qualcosa sulla base della motivazione costruisci sulla sabbia, perché se la tua motivazione scompare, tutto cade a pezzi. Hai bisogno di qualcosa per passare indenne tutti quei momenti difficili, non è la motivazione, è l'abitudine di tornare al lavoro giorno dopo giorno, anche se è successo qualcosa di terribile. E lo fai per settimane se ci vogliono settimane. Non per il piacere o per qualche motivazione, ma perché sei così dannatamente determinato e ossessionato dalla tua idea o perché hai la tua forza dell'abitudine.
Kal torna ogni giorno al lavoro, aiutando centinaia di persone a iniziare la propria avventura sociale. E ispirarli a continuare, anche quando spuntano fuori dei problemi.
Penso che la cosa più importante da tenere a mente sia che ogni problema può essere risolto. Dobbiamo solo capire come. C'è un modo ma forse non lo abbiamo ancora trovato. Costruire una startup è un processo di ricerca; creare un'impresa sociale è un processo di ricerca del giusto tipo di soluzione ad una sfida sociale. Se ci innamoriamo della nostra idea iniziale, ci intrappoliamo nella nostra soluzione iniziale, che potrebbe non essere quella giusta. Ma se ci innamoriamo del problema, allora ci si aprono mille modi diversi per affrontarlo concretamente.
Maggiori informazioni su Tandemic: tandemic.com