Citando Wikipedia: "L'antroposofia postula l'esistenza di un mondo spirituale, intellettualmente comprensibile e accessibile ad una esperienza diretta per mezzo di crescita e sviluppo interiore. Essa si propone l'investigazione e descrizione di questi fenomeni spirituali per mezzo di una osservazione animica mediante metodo scientifico, cioè mediante espansione del metodo scientifico a oggetti non immediatamente sensibili. [...] I risultati pratici dell'Antroposofia comprendono lavori in architettura, agricoltura biodinamica, educazione Waldorf, medicina antroposofica, scienza goethiana risultante in nuovi sviluppi nelle arti, euritmia, centri di aiuto per disabili, religione. "
Questa è la teoria. Già la definizione è complicata. E tutto sommato anche la pratica non è proprio facile, come abbiamo avuto la possibilità di scoprire alla fattoria biodinamica IVA di Jalovik, nella Serbia occidentale.
Viv, co-fondatrice di IVA: Ho avuto un primo contatto con l'antroposofia quando avevo 16 anni. Mi ha sorpreso in modo positivo l’approccio meraviglioso sui bambini, che sono visti come singoli individui che hanno bisogno di essere supportati nella maniera giusta per potersi sviluppare. Mi ha colpito il fatto che le persone che hanno un approccio antroposofico alla famiglia portano i loro bambini nel verde, non gli danno zucchero, gli insegnano un sacco di tecniche artigianali. L'antroposofia è diventata una grande fonte di ispirazione nella mia vita.
L'antroposofia sta alla base dell’agricoltura biodinamica, un sistema agricolo alternativo che ci è stato definito in parole semplici dai ragazzi di IVA come un metodo olistico di produzione biologica con un tocco di spiritualità.
Viv: Mi ricordo che quando ero piccola raccoglievo i frutti nel nostro orto. Il cibo aveva sapore, sapore che ho perso quando i miei genitori hanno smesso di curare l’orto e hanno iniziato a comprare cibo al supermercato. A me pareva disgustoso, non lo volevo mangiare. Ho iniziato a nutrirmi di cibo selvatico, cercando di capire cosa sia commestibile in natura. Non si può essere indipendenti se non si sa come sopravvivere con il cibo che la natura ci offre. Quando ho capito come regolarmi, ho iniziato a interessarmi al produrre cibo per le altre persone e a sviluppare la nostra società nel modo giusto. Ho provato diverse tecniche. Ho lavorato in orti biologici, in permacultura, ma non ero completamente soddisfatta. Poi ho scoperto il metodo biodinamico, che mira allo crescita spirituale dell’uomo e considera l'influenza del cibo sul nostro sviluppo interiore ed olistico. Ha una grande consapevolezza dei processi,delle forze nutritive, su come selezionare le piante, come nutrire l’uomo nel modo corretto. Non è solo produrre per vendere, ma pensare veramente ad altri esseri umani.
Viv applica i principi della biodinamica a tutti gli aspetti della sua vita. Vive alla fattoria insieme al marito Bou e ai due figli: Karla di cinque anni e Antonin di uno. Insieme a Bou ha aperto l'azienda otto anni fa, dopo molti anni di volontariato in diverse aziende agricole incentrate su comunità. Attraverso la fattoria IVA vogliono diffondere la conoscenza del cibo sano e biologico, ispirare altre persone a tornare a lavorare la terra e fare più attenzione a ciò che mangiamo. Sono convinti che il cambiamento deve partire dal cibo. Stanno attivamente incoraggiando un modo di creare cibo alternativo alla produzione di massa, guidata dal profitto e non dal rispetto per gli animali o dall’attenzione per le persone. Sanno che farlo in maniera isolata non è sufficiente e per questo fin dall'inizio accolgono volontari e studenti che vogliono imparare ed aiutare.
Bou: Il nostro obiettivo è quello di creare un centro di formazione all’agricoltura biologica e biodinamica. Vogliamo diffondere questo sapere, viverlo per conto nostro non ha molto senso. Potremmo essere in grado di ispirare alcune persone, anche se non verso l’agricoltura, forse ispiriamo qualcuno nella propria vita, chi lo sa. Un sacco di volontari che vengono non sono realmente intenzionati a lavorare in agricoltura, ma forse qua hanno colto qualche stimolo relativo all’ambito spirituale.
Tra noi due, Andrea è quello più interessato all’agricoltura, che cerca di saperne di più e scoprire diversi approcci. Per Anna l'agricoltura in sé non è particolarmente affascinante, ma osservare e ascoltare persone così fortemente convinte di verità per lei nuove è stato un processo molto interessante, anche se non sempre facile. Un primo livello di difficoltà è dovuto al duro lavoro, soprattutto considerando le basse temperature dell’inverno serbo. Lavoravamo circa 6 ore al giorno all’esterno, con pause ogni 1,5 / 2 ore per qualche bevanda calda o cibo. Abbiamo dato da mangiare agli animali (in verità la parte più piacevole), spaccato la legna, pacciamato le file di fragole, pulito le stalle, raccolto delle piante, e molte altre cose. Non troppo difficile da imparare, ma piuttosto impegnativo per un corpo non abituato al lavoro fisico. Un altro livello di difficoltà è dovuto al far fronte a un diverso approccio alla vita. Concetti come antroposofia e biodinamica, astrologia e reincarnazione, sono relativamente nuovi per noi. Ascoltare Viv e Bou, e ancor di più osservandoli nella quotidianità, il loro modo di lavorare, parlare, interagire tra loro, è stata una lezione affascinante. Anna, meno esperta nella vita dei campi, si è sentita considerata. Viv, nel distribuire i compiti, ha sempre tenuto conto delle nostre competenze e possibilità. Il miglior esempio è probabilmente il giorno in cui il macellaio è venuto alla fattoria. Anna essendo vegetariana, e comunque una creatura urbana, non ha mai veramente sperimentato la vita contadina e non le è mai capitato di vedere uccidere gli animali. Ma grazie all’accortezza di Viv la giornata è diventata un’occasione di apprendimento piuttosto che un'esperienza traumatica. Viv è in grado di trasformare ogni situazione in un momento educativo, ci ha spiegato un sacco di cose nel darci istruzioni o semplicemente mentre camminavamo per i campi, felice di rispondere a qualsiasi domanda.
Vivien Scheidler: Voglio aiutare le persone, soprattutto i giovani, a tornare alle radici. Avere la possibilità di chiedere e rispondere a domande importanti sulla vita. I nostri studenti trascorrono il primo anno qui, imparando le basi. Poi li mandiamo in un'altra azienda in Germania o in Svizzera. Dopo di che tornano in Serbia, dove trascorrono 2-3 settimane in qualche fattoria biologica. Le aziende agricole di solito non li vogliono per tempi più lunghi, lavorare con i volontari e gli studenti non è facile, a volte non hanno strutture per ospitarli. Abbiamo anche delle tende per gli studenti, per far si che possano andare. Non pagano per l'educazione, in effetti a volte li sosteniamo noi pagando i biglietti per andare negli altri allevamenti. Alla fine tornano qui per l'esame. In futuro mi piacerebbe che facessero l’esame nell’ultima azienda in cui hanno lavorato. Durante l'esame devono dimostrare che sono in grado di adattarsi a qualsiasi situazione e svolgere il compito assegnato dopo una breve introduzione. Alla fine dell'intero processo educativo dovrebbero essere in grado di avviare la propria azienda agricola. E alcuni di loro lo hanno già fatto.
Dopo due settimane all’IVA, ovviamente, non siamo in grado di aprire la nostra fattoria. I volontari rimangono troppo poco tempo. Alcuni di loro cercano di apprendere di più sull'agricoltura - come la francese Stephanie, che era alla fattoria nello stesso periodo - alcuni sono più interessati a scoprire se stessi, cercano una nuova avventura, a volte tranquillità; alcuni di loro probabilmente non lo sanno nemmeno cosa stanno cercando. Ma la maggior parte lascia la fattoria con nuovi pensieri, più consapevolezza sul cibo che mangiano e sulla sua produzione e tanta gratitudine, come abbiamo potuto vedere leggendo il libro degli ospiti. Anche noi siamo grati per tutte le chiacchierate, gli insegnamenti, ma forse soprattutto, per la possibilità di trascorrere il Natale insieme, con del buon cibo biologico, un'atmosfera amichevole e animali intorno. Seguendo le tradizioni serbe, Viv ha invitato alcuni animali ad entrare in casa per condividere con noi il cibo e l'atmosfera di Natale. In seguito abbiamo preso delle candele e siamo andati di stalla in stalla a cantare le canzoni di Natale per gli animali che non hanno avuto la fortuna di unirsi a noi a casa. Il rito ha creato un'atmosfera magica, ci siamo sentiti parte della natura, una sola cosa con piante e animali. Qualunque sia la terminologia che usiamo per descrivere la realtà, qualunque filosofia sia alla base del nostro pensiero, è difficile negare il forte legame tra la natura e noi esseri umani, che si riflette anche in quello che mangiamo.
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