Digiuno ad acqua. Le regole sono semplici: 3 giorni, 72 ore, senza cibo. Puoi bere acqua, tè, o magari del caffè nero senza zucchero. La primavera sembra essere il periodo migliore per digiunare, tanto che è un processo presente in un modo o nell'altro in tutte le principali religioni in questa stagione, ma noi abbiamo deciso di farlo lo scorso autunno, a novembre, perché trovare 3 giorni di fila con le condizioni giuste (senza impegni ne limitazioni) è già difficile di per se.
Andrea lo ha fatto per la prima volta, mentre per Anna è stato il terzo tentativo. Le due volte precedenti Anna ha abbandonato prima del traguardo delle 72 ore. In entrambi i casi alla fine del secondo giorno si sentiva molto debole ed essendo sola in casa ha avuto paura che se fosse successo qualcosa non ci sarebbe stato nessuno ad aiutarla. Inoltre non era molto preparata: non aveva letto nulla a riguardo, non seguiva alcun protocollo o preparazione specifica. Grosso errore.
Questa volta abbiamo deciso di prepararci un po' meglio. Abbiamo letto diversi articoli, parlato con persone che digiunano regolarmente. Seguendo i loro suggerimenti abbiamo iniziato ad adattare la nostra dieta già alcuni giorni prima del digiuno. Dato che abbiamo deciso di iniziare venerdì mattina (in realtà giovedì sera), da lunedì abbiamo smesso di toccare alcolici (carne non ne mangiamo comunque, ma se lo fai anche questa è da rimuovere gradualmente). Negli ultimi due giorni abbiamo mangiato vegano e abbastanza leggero e nell'ultimo giorno precedente abbiamo abbandonato anche i carboidrati. Sembra che più velocemente bruci gli zuccheri in circolazione nel sangue durante il digiuno (dopo circa 24-48h il corpo smette di utilizzare zuccheri per produrre energia e inizia a consumare lipidi, ma qui non vogliamo andare troppo sul tecnico), più breve è il periodo in cui sensazioni di fame e debolezza sono presenti. Questo è uno dei motivi per cui è opportuno fare attività fisica. Noi abbiamo scelto di camminare. Il primo giorno abbiamo fatto una lunga camminata di alcune ore, nei due successivi abbiamo fatto uscite più brevi, ma abbiamo comunque cercato di rimanere attivi.
Il nostro ultimo pasto di giovedì è stata una zuppa e l'abbiamo mangiata intorno alle 17:00. Il pasto successivo è arrivato 72 ore dopo, domenica, alle 17:00: 3 noci e mezza mela. Due ore dopo abbiamo cenato: un mix di verdure cotte e un po' della zuppa avanzata. Nei due giorni successivi al digiuno abbiamo comunque cercato di restare abbastanza leggeri, aumentando lentamente la quantità di cibo fino a tornare al regime precedente. Tornare ad alimentare il corpo è la parte più delicata del processo.
Come è andata? Beh, dipende a chi chiedi. Andrea ha reagito abbastanza tranquillamente, mentre per Anna, come nei casi precedenti, è stata una bella sfida, che non è diventata tanto più facile nonostante una migliore preparazione. Ma questa volta c'era qualcuno vicino, quindi almeno la pressione di non avere nessuno in caso di necessità è sparita. Molti articoli e post sull'argomento dicono che se sopravvivi alle prime 24 ore, il resto è una passeggiata - le cose diventano più facili il secondo e il terzo giorno e oltre a momenti di debolezza ci sono anche frangenti di inaspettata energia e lucidità. Non è stata esattamente la nostra esperienza. È vero che dopo 24 ore i segnali di fame sono quasi scomparsi, rimpiazzati da una strana sensazione allo stomaco, una sorta di vuoto costante, ma che non era proprio fame. Non una cosa intollerabile, ma neanche piacevole, però. Non abbiamo avuto forti momenti di lucidità e focus, anche se effettivamente ci sono state ore in cui abbiamo potuto lavorare o fare attività senza soffermarci sulla debolezza del corpo, solitamente dopo una bella passeggiata seguita da un tè caldo. A parte questo, abbiamo passato il tempo facendo delle cose che non richiedessero troppa energia, come guardare film. Per tenere la mente occupata, ci siamo buttati su una serie che molti amici ci avevano consigliato - The Handmaid's Tale - per la quale abbiamo sfruttato i 7 giorni di prova gratuita su HBO.
Tenere la mente occupata è uno dei punti cruciali. Lavora, leggi, guarda film, fai tutto ciò che può distrarre i tuoi pensieri, soprattutto nelle ore in cui abitualmente mangi. D'altra parte, cose come la meditazione e lo yoga sono altrettanto raccomandabili. E in effetti, abbiamo avuto uno dei migliori momenti di meditazione durante il digiuno. Per Anna in particolare, è stato un momento di totale concentrazione sul qui e ora, come se il corpo e la mente fossero troppo deboli per vagabondare tra il passato e il futuro. Sentiva la realtà molto più forte del normale, ogni sensazione era raddoppiata, le cose rallentavano creando uno spazio per la consapevolezza. Non era proprio focus o lucidità, almeno non a livello mentale, era più un'esperienza fisica di essere immersi nella realtà. Questa consapevolezza è rimasta per un po' dopo la fine del digiuno, ma più il sistema digestivo si risvegliava, più la mente tornava al suo abituale filo ininterrotto di pensieri.
Dopo alcune settimane abbiamo potuto trarre qualche conclusione sulle conseguenze a medio termine. Sicuramente il nostro approccio al cibo è cambiato. Abbiamo capito che non abbiamo bisogno di molto, il che diminuisce il desiderio e la necessità di assicurarci di avere qualcosa da mangiare. Anche il modo in cui apprezziamo il cibo è cambiato: le poche noci e mele che abbiamo mangiato dopo 72 ore di digiuno avevano un sapore a dir poco unico. Per diversi giorni dopo il digiuno abbiamo effettivamente cucinato porzioni più piccole e smesso di mangiare prima - quando il nostro stomaco era pieno, senza cercare di riempire di cibo anche la nostra mente. Questo effetto ha iniziato a scomparire una volta tornati in Italia, con la cucina della mamma. :) Ma la consapevolezza che è possibile, che non abbiamo davvero bisogno di così tanto cibo, che il corpo può sopravvivere a lungo con le sue scorte, è rimasta. E' come se il corpo avesse un sistema di alimentazione di emergenza parallelo e noi non sapessimo nemmeno della sua esistenza, non sapessimo come funziona e non lo avessimo mai testato.
Ma poi, perché digiunare? Beh, su Google si trovano un sacco di argomenti, molti dei quali parlano di ripulire il proprio corpo dalle cellule danneggiate, resettare i sistemi interni e prevenire diversi tipi di malattie. Non abbiamo provato nulla che suggerisca che il nostro corpo sia stato mondato, ma ci piace credere che sia così. Ciò di cui siamo grati, oltre a dimostrare a noi stessi di poterlo fare, è il cambio di passo nei confronti del cibo, una nuova relazione, costruita su aspettative più realistiche. È stato molto interessante anche testare il nostro corpo, osservarlo, essere insieme ad esso nel processo. Non che sia stata un'esperienza estrema – ci sono persone che digiunano per diverse settimane, ma li crediamo si possa arrivare ad avere serie conseguenze se non fatto nel modo opportuno.
Se lo faremmo di nuovo? Probabilmente no. Ma questa è la stessa risposta che davamo dopo Vipassana e dopo la prima maratona e ora entrambe hanno ritrovato posto nella lista di cose da fare, quindi ... chi lo sa?
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