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Un cambiamento bello piccante



 

Un cambiamento bello piccante

KANTHARI

Kerala| India

 

kanthari organizza corsi di leadership per changemaker di tutto il mondo invitandoli nel suo centro in Kerala, India, per un programma supportato da borse di studio: 7 mesi nel campus durante i quali imparano a creare e sviluppare il proprio progetto sociale , acquisiscono fiducia e network. Poi, 5 mesi di tutoraggio una volta tornati nelle loro comunità, dove creeranno il cambio che desiderano vedere.

La prima volta che abbiamo sentito parlare di kanthari è stato 6 anni fa, da un ex'allievo polacco, Tomasz Kozakiewicz. Tomasz ha creato una rete di ex-alunni chiamata kanthari+ e ci ha invitato a partecipare a uno dei loro incontri. È stato lui a presentarci Yoshimi Horiuchi, una donna giapponese cieca che ha creato una biblioteca mobile in un piccolo villaggio thailandese portando libri a coloro che non possono visitare la biblioteca fisica: persone con disabilità, anziani e tribù che vivono in zone montane e isolate. Abbiamo trascorso una settimana di volontariato nel suo centro Always Reading Caravan e cosi abbiamo avuto un'ottima opportunità di osservare una "kanthari" in azione.


I changemaker che vogliono diventare kanthari possono candidarsi al corso se soddisfano i seguenti criteri: avere almeno 22 anni, possedere un inglese comunicativo e competenze informatiche di base e, cosa più importante, avere un'idea che crei un impatto positivo. Durante il corso, questa idea verrà ulteriormente modellata e migliorata. A differenza di altri corsi di leadership in tutto il mondo, non è necessario un livello minimo di ducazione o diploma specifico per entrare. Ciò che conta davvero è la propria esperienza - preferibilmente questo include aver superato qualche forma di avversità, ad esempio una disabilità, aver vissuto violenza domestica, essere cresciuto in zone di conflitto, sfide climatiche, ecc. Ecco da dove viene la loro forza. Ecco perché sono cosi pungenti.

"kanthari" è il nome di un peperoncino, piccolo ma estremamente piccante, che possiede diverse qualità medicinali: abbassa la pressione sanguigna, purifica il sangue e ti sveglia meglio di un caffè.

È anche il modo in cui gli adulti in Kerala chiamano un bambino un po' disubbidiente e che sfida lo status quo.

Ed è quello che vogliono a kanthari: più persone che si chiedono "perché?".


Una spinta intrinseca interiore fornisce quell'energia, quella forza e quella motivazione che sono necessarie per creare un impatto. Non importa quanta energia, tempo e risorse richieda il cambiamento, loro andranno fino in fondo.

Tra i loro ex-alunni ci sono 226 persone provenienti da 48 paesi diversi. Hanno già lanciato più di 130 organizzazioni e il numero è in continua crescita. In media, raggiungono 50.000 persone all'anno.

Monicah Kaguithia combatte contro la pratica delle mutilazioni genitali femminili in Kenya. Costretta a sposarsi all'età di 16 anni, avrebbe dovuto essere circoncisa una volta dato alla luce il suo primo figlio. Ma, quando le si sono rotte le acque, è fuggita attraverso la boscaglia, ha partorito il suo bambino ed è riuscita ad evitare la circoncisione. Ciò che non ha potuto evitare sono stati gli abusi fisici e psicologici come conseguenza per non essersi conformata a questa orribile tradizione. Monicah si è iscritta a kanthari perché voleva proteggere i diritti delle donne e delle ragazze in Kenya, modificando norme sociali e pratiche culturali.*

Jayne Waithera, una kenyota, è nata con albinismo. Per via di una superstizione, molti credono che le persone con albinismo possiedano poteri speciali. Per questo motivo, le parti del corpo di queste persone valgono un sacco di soldi e quindi vengono cacciate e uccise. Janye conduce campagne di sensibilizzazione per proteggere i diritti delle persone con albinismo.


Essendo una collaboratrice domestica migrata in Libano, Rahel Zegeye Zewudu, originaria dell'Etiopia, ha sperimentato in prima persona cosa significhi essere trattati ingiustamente e disumanamente per anni e anni. Questo l'ha portata ad avviare Mesewat, un'organizzazione che difende i diritti dei collaboratori domestici migrati in Libano.

Harriet Kamashanyu ha fondato Rhythm of Life, un'organizzazione che mira a porre fine alla stigmatizzazione e all'esclusione sociale delle prostitute nel quartiere a luci rosse di Kampala, Uganda. L'obiettivo a lungo termine è di porre fine al circolo vizioso per cui anche le figlie delle operatrici del sesso finiscono per diventare esse stesse operatrici del sesso.

Nei primi anni della sua vita, Samantha Mudiriro era una senzatetto e viveva per strada con sua madre. È stata fortunata ad essere stata presa in una casa di supporto per bambini. Crescere lì l'ha ispirata ad aprire un centro di riabilitazione per bimbi di strada in Zimbabwe. Vuole che questi bambini abbiano accesso a un riparo, un ambiente sicuro, all'istruzione, a strutture sanitarie e opportunità di lavoro.


George K. Thomas è stato vittima di un incidente stradale che lo ha costretto su una sedia a rotelle. La sua organizzazione Freedom on wheels sostiene i diritti delle persone disabili, una maggiore accessibilità e un'India adatta a chi si muove su una sedia a rotelle.


Emmanuel Mbaji Mruu di Mombasa, in Kenya, ha fondato Takkazi, un'organizzazione che genera occupazione attraverso la raccolta, la differenziazione e il riciclaggio dei rifiuti di plastica.


Stephen Onyang ha perso diversi membri della sua famiglia a causa dell'AIDS. Ha adottato i figli di suo fratello e ha aperto il centro Hope Restoration che, attraverso l'istruzione, cambia la vita degli orfani dell'HIV a Kisumu, vicino al lago Vittoria in Kenya.

Ojok Simon, originario del Nord Uganda, era ancora un bambino quando i ribelli dell'esercito della Lords Resistance hanno tentato di rapirlo e lo hanno colpito alla testa con il dorso di un fucile, facendogli perdere quasi completamente la vista. Il suo amore per il miele gli ha dato la forza e l'energia per lanciare Hive Uganda, un'organizzazione che insegna ai ciechi a diventare apicoltori.

Abbiamo incontrato di persona Abhijit Sinha, fondatore di Project DEFY. In alternativa al sistema educativo indiano, la sua organizzazione crea “scuole senza insegnanti”. Organizza a basso costo spazi rurali (Nook) per produrre oggetti, dove le persone possono progettare la propria educazione e scelgono ciò che vogliono imparare, riportando cosi l'istruzione in mano alle persone.


“kanthari è stato uno dei primi a credere in questa idea - racconta Abhijit - e mi ha aiutato a svilupparla in vari modi. Andare al kanthari è stato come un periodo di meditazione di 7 mesi, che mi ha permesso di riflettere profondamente su quello che volevo fare. Abbiamo ricevuto un'ottima formazione su come avviare un'organizzazione, raccogliere fondi, fare marketing, branding, scrivere proposte e molto altro. Un'altra cosa che ho trovato importante è stata l'opportunità di discutere la mia idea con persone di 18-19 paesi diversi. È stato come poter avere un feedback da tutto il mondo, facendo domande, aiutandoti a capire come funziona la tua idea in un contesto globale, non solo quello indiano. Venire a kanthari ha cancellato tutta la solitudine che avevo accumulato nel precedente anno e mezzo. Le persone del mio ambiente non erano in grado di capire cosa mi passasse per la testa. A kanthari ho incontrato persone provenienti da diversi paesi che avevano lo stesso impeto, che capivano cose che nemmeno la mia famiglia o gli amici potevano comprendere.”

kanthari ti dice: puoi farcela. Ma devi essere preparato. Dovresti far parte del gruppo a cui ti rivolgi per essere in grado di riconoscerne i reali bisogni, parlare la stessa lingua, essere immerso in una cultura che è la vita quotidiana di coloro con cui vuoi lavorare. Questi renderà più facile guadagnarti la fiducia e iniziare. Ma devi anche esaminare tutte le questioni legali, le politiche, la contabilità. Devi avere un regolamento, un codice di condotta, un marchio riconoscibile. Impari a parlare, a come raccontare e presentare la tua storia. E, naturalmente, impari come raccogliere fondi. kanthari fornisce ai propri partecipanti strumenti specifici di raccolta fondi che, se implementati passo dopo passo, aiutano a trovare risorse e sostenere il progetto. Li usano da molti anni a supporto dei propri progetti. Tutti i partecipanti di kanthari ricevono una borsa di studio che copre i costi di formazione, vitto e alloggio per la durata del corso in India. I partecipanti devono provvedere al visto, al viaggio da e per l'India, all'assicurazione sanitaria e ad eventuali costi personali.

L'idea di mettere in piedi kanthari è stata ispirata dagli errori e dalle difficoltà che Paul Kronenberg e Sabriye Tenberken, fondatori di kanthari, hanno affrontato alla fine degli anni '90 quando hanno avviato la loro organizzazione Braille Without Borders in Tibet.


Paul, olandese, e Sabriye, tedesca e lei stessa cieca, si sono incontrati in Tibet nel 1997, dove sono stati colpiti dalla condizione dei bambini ciechi. In Tibet la cecità è spesso considerata come una punizione per qualcosa di brutto commesso in una vita precedente. I bambini ciechi vengono discriminati e rinchiusi.

Sabriye era molto frustrata da quella situazione, ma ha incontrato un bambino cieco che nonostante tutto era sicuro di se'. Si è resa conto che la differenza fondamentale tra lui e i suoi coetanei risiedeva nel fatto che fosse un pastore. Aveva un ruolo. Se hai un ruolo, allora hai valore. Se hai valore, sei rispettato. Se sei rispettato, allora hai dignità. E solo se hai dignità puoi diventare sicura di te stessa.


Un anno dopo Sabriye e Paul sono tornati insieme in Tibet per cercare di cambiare il destino dei bambini ciechi. Nei primi anni hanno dovuto affrontare numerose sfide; hanno dovuto lasciare il Paese per problemi di visto, hanno vissuto in condizioni estreme, non hanno guadagnato nulla per il loro lavoro, hanno avuto difficoltà a raccogliere fondi per ciò che credevano fosse necessario.


Alla fine, sono riusciti a realizzare la loro visione e hanno creato 4 programmi:

  • Una scuola preparatoria per bambini ciechi;

  • Una stampante Braille;

  • Una fattoria come scuola professionale per adolescenti non vedenti con opportunità di formazione nella produzione di formaggio, pane, compost, cucina, agricoltura, tessitura di tappeti, maglieria, zootecnia, orticoltura, molte professioni che prima non venivano svolte dai ciechi;

  • Un programma di autointegrazione grazie al quale i loro studenti possano essere in grado di integrarsi nelle scuole normali.

Paul e Sabriye sapevano che non sarebbero stati in grado di rimanere in Tibet per sempre. Pertanto, volevano che alcuni dei loro ex-studenti venissero formati in modo da poter prendere le redini dell'organizzazione. Hanno iniziato a cercare corsi di leadership in tutto il mondo e si sono resi conto che non esistono corsi che accettino persone senza un'istruzione superiore e che siano basati sull'apprendimento esperienziale. Cosi hanno deciso di aprirne uno.

Hanno impiegato un po' di tempo per stilare una lista dei requisiti su dove e come avrebbe dovuto essere il centro. Con questo elenco in mano è iniziata la ricerca della posizione perfetta. Hanno visitato 48 località in Kerala, ma nessuna soddisfaceva i criteri.

Volevano che fosse in un luogo rurale, immerso nella natura e stimolante, tranquillità e uno specchio d'acqua erano dei must. Ma anche, il luogo non doveva essere troppo lontano da una città e da un aeroporto internazionale; e così è la posizione attuale. Accanto al lago Vellayani, circondato da alberi, piante, animali e silenzio, con edifici progettati con cura ispirati al lavoro di Laurie Baker, in uno stile ecologico e funzionale. Nel 2013, quello di kanthari è stato premiato come il secondo campus più verde dell'India e da allora, ogni anno, alcune migliaia di studenti di architettura e ingegneria visitano il campus. Paul li accoglie parlando un po' dei concetti che stanno a monte degli edifici, ma non tanto perché molti di questi studenti non hanno iniziato il loro corso per scelta, ma perché i loro genitori volevano che fossero architetti. In India lo status di un lavoro gioca un ruolo molto importante e la pressione sulle spalle di questi giovani è enorme. Alla fine del discorso Paul chiede agli studenti di fare tre cose:

  1. Diffondere la voce su kanthari, in modo che abbia più possibilità di raggiungere le persone giuste.

  2. Qualunque cosa progettino e costruiscano, di assicurarsi di costruire in modo eco-compatibile e funzionale.

  3. e ultimo ... l'indomani, quando si lavano i denti, di guardarsi allo specchio e scoprire chi li guarda di rimando. Se è un architetto - bene. Se no ... di lasciar perdere!

Se dovessero continuare, non sarebbero dei buoni architetti, sarebbero degli architetti che "Grazie a Dio è venerdì", sarebbe solo un lavoro senza alcuna aspirazione. Non costruirebbero niente di buono perché non sarebbero guidati dalla passione e molto probabilmente i prossimi 30-40 anni della loro vita saranno sprecati!

Il motto di Paul è semplice: la vita è ciò per cui sei felice di alzarti la mattina.


Quello che Paul suggerisce a questi studenti è un buon consiglio per tutti noi. Un messaggio cui cui concordiamo pienamente. Guardati allo specchio e crea la tua storia!


*Descrizione dei partecipanti da kanthari.org (https://www.kanthari.org/)


 


 

Maggiori informazioni su kanthari: https://www.kanthari.org/


 

Zrealizowano w ramach stypendium Ministra Kultury i Dziedzictwa Narodowego



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